Preghiere Mese Febbraio
Dal Salmo 8
O Signore, nostro Dio, / quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: / sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. / Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, / la luna e le stelle che tu hai fissate, /che cosa è l’uomo perché te ne ricordi / e il figlio dell’uomo perché te ne curi? / Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, / di gloria e di onore lo hai coronato: / gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, /tutto hai posto sotto i suoi piedi.
Dalla Lettera Enciclica Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II (n°43-44)
«Difendere e promuovere, venerare e amare la vita è un compito che Dio affida a ogni uomo, chiamandolo, come sua palpitante immagine, a partecipare alla signoria che Egli ha sul mondo: “Dio li benedisse e disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra’” (Gen 1,28) … La vita umana viene a trovarsi in situazioni di grande precarietà quando entra nel mondo e quando esce dal mondo per approdare all’eternità … L’esistenza di ogni individuo, fin dalle sue origini, è nel disegno di Dio. Giobbe, dal fondo del suo dolore, si ferma a contemplare l’opera di Dio nel miracoloso formarsi del suo corpo nel grembo della madre, traendone motivo di fiducia ed esprimendo la certezza dell’esistenza di un progetto divino sulla sua vita: “Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte” … (Gb 10,8).
Come pensare che anche un solo momento di questo meraviglioso processo dello sgorgare della vita possa essere sottratto all’opera sapiente e amorosa del Creatore e lasciato in balìa dell’arbitrio dell’uomo?».
Dal salmo 139
Signore, tu mi scruti e mi conosci, / Sei tu che hai formato i miei reni / e mi hai tessuto nel grembo di mia madre./ Io ti rendo grazie/ hai fatto di me una meraviglia stupenda; / meravigliose sono le tue opere, / le riconosce pienamente l’anima mia. / Non ti erano nascoste le mie ossa / quando venivo formato nel segreto, / ricamato nelle profondità della terra. / erano scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati/ quando ancora non ne esisteva uno. / Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, / provami e conosci i miei pensieri: / vedi se percorro una via di dolore / e guidami per una via di eternità.
Dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco (n°53)
Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera 1’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”.
Preghiamo
O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere,
di uomini e donne vittime di disumana violenza,
di anziani e malati uccisi dall’indifferenza o da una presunta pietà.
Fa’ che quanti credono nel tuo Figlio
sappiano annunciare con franchezza e amore
agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà,
la civiltà della verità e dell’amore,
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
(San Giovanni Paolo II)