Preghiera Mese di Settembre
La festa dell’Esaltazione della Santa Croce ci ricorda che nella vita di Gesù la croce non è stata un avvenimento secondario ma il sacrificio essenziale che ha ottenuto la salvezza dell’umanità.
Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Galati (6,14)
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Dalle lettere di Santa Chiara a Santa Agnese di Boemia
Poni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza, e trasformati tutta, attraverso la contemplazione nell’immagine della sua divinità. Poni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza, e trasformati tutta, attraverso la contemplazione nell’immagine della sua divinità,
Egli è splendore della gloria, candore della luce eterna e specchio senza macchia, guarda ogni giorno questo specchio, o regina sposa di Gesù Cristo, e in esso scruta continuamente il tuo volto, perché tu possa così adornarti tutta all’interno e all’esterno, vestita e avvolta di variopinti ornamenti, ornata insieme con i fiori e le vesti di tutte le virtù come conviene a figlia e sposa amatissima del sommo Re. In questo specchio rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità, come potrai contemplare, per grazia di Dio, su tutto lo specchio. Guarda con attenzione – dico – il principio di questo specchio, la povertà di colui che è posto in una mangiatoia e avvolto in pannicelli. mirabile umiltà, o povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra è reclinato in una mangiatoia. Nel mezzo dello specchio poi considera l’umiltà santa, la beata povertà, le fatiche e le pene senza numero che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio contempla l’ineffabile carità, per la quale volle patire sull’albero della croce e su di esso morire della morte più vergognosa. Perciò lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva i passanti a riflettere su queste cose, dicendo: O voi tutti che passate per via, fermatevi e guardate se c’è un dolore simile al mio dolore; rispondiamo con una sola voce, con un solo spirito, a lui che grida e si lamenta: Sempre l’avrò nella memoria e si struggerà in me l’anima mia. Lasciati dunque accendere sempre più fortemente da questo ardore di carità, o regina del Re celeste!
Da un’omelia del patriarca ecumenico Bartolomeo durante la divina liturgia per la festa dell’Esaltazione della Santa Croce
Cosa rivela la croce, partendo dall’insegnamento biblico e patristico? Rivela i pilastri portanti della fede, assieme alla resurrezione. Per questo la croce è strumento e simbolo della redenzione del genere umano: non come simbolo idolatrico, ma come fondamento. Senza la croce non potremmo pensare a una Chiesa del Cristo crocifisso. L’’apostolo Paolo, nelle sue lettere, definisce la croce per sé e per la Chiesa come un vanto. La croce, secondo l’innografia, rivela quattro verità: la croce è la più grande rivelazione della sommità dell’amore di Cristo, rivelazione che è stata realizzata nel mondo a favore dell’uomo; la. croce è l’amore che si rivela dal fatto di considerare il mondo come una realtà per trovare, vedere e conoscere Dio; la croce è la rivelazione dell’amore ineffabile di Cristo come Dio-Uomo verso la sua creatura, l’uomo; nella croce abbiamo la più potente rivelazione del Dio trino.
La croce, dunque, è diventata strumento di santificazione e grazia, con le sue braccia aperte Cristo abbraccia l’intero cosmo. La venerazione della santa croce, quindi, non è idolatria, Perché questa venerazione significa venerazione e adorazione allo stesso Cristo, che è il segno e il soggetto di questo sacrificio di redenzione. Allo stesso tempo l’iconografia ha reso ciò che la Scrittura ha annunciato e la Chiesa vive. Nelle rappresentazioni iconografiche bizantine il crocifisso non viene mai rappresentato nel suo realismo della carne spossata e morta, né nell’agonia: non è mai un Dio sofferente. Giovanni Crisostomo a tale proposito dice: «Io lo vedo crocifisso e lo chiamo Re». Il Salvatore in croce non è solo il Cristo morto ma il Signore della propria .morte e della propria vita,- resta il Logos della vita eterna che si consegna alla morte e la vince. Per questo motivo nelle icone bizantine della crocifissione non si riproduce di solito nell’iscrizione quanto datoci dagli evangelisti ( Gesù nazareno Rede i Giudei), bensì la dicitura “il re della gloria”, perché all’Ade egli fu così annunciato.
La croce santifica e dà salvezza: con essa l’uomo crocifigge il proprio egoismo e le passioni.
Le croci possono anche essere molte per l’uomo: a esemplo citiamo la croce parlando di povertà, di malattia, di vedovanza, di crisi economica, di drammi familiari, di ateismo, di lotta spirituale del cristiano di fronte alla carne, al mondo, al diavolo, alla morte, a una cattiva morte, fino agli ultimi istanti della vita, Ma perché una croce? Per poter dire anche noi col ladrone: “Ricordati di me, Signore quando sarai nel tuo Regno”. come portare al croce allora? Così come cristo ha fatto: portare la croce con fiducia nella resurrezione. Croce e resurrezione sono il fondamento della nostra fede e le colonne della nostra vita.
Preghiamo
Dio grande e misericordioso, negli imperscrutabili tuoi disegni hai stabilito di assumere il nostro volto. E il volto dell’uomo è diventato volto di Dio. Santa immagine di Cristo, dolce volto del Salvatore! A noi che cerchiamo il volto di Dio Tu ci mostri il nostro volto, di nuovo fatto a tua immagine. Gesù, nostro Redentore. Allora potremo riflettere sui nostri volti la tua divina immagine, Tu che sei Dio e vivi e regni col Padre e lo Spirito per tutti i secoli dei secoli.