Preghiera del Mese Settembre 2024
Dal libro della Genesi (1, 27-28)
Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate
sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
Da un’’omelia del predicatore della Casa Pontifica, padre Raniero Cantalamessa in occasione della giornata mondiale di preghiera per il creato
La Parola “Dominate”, non ha qui il significato che la parola ha fuori della Bibbia. Per la Bibbia, il modello ultimo del dominus, del signore, non è il sovrano politico che sfrutta i suoi sudditi, ma è Dio stesso, Signore e padre. Il dominio di Dio sulle creature non è certo finalizzato al proprio interesse, ma a quello delle creature che egli crea e custodisce. C’è un parallelismo evidente: come Dio è il dominus dell’uomo, così l’uomo deve essere il dominus del resto del creato, cioè responsabile di esso e suo custode. L’uomo è creato perché sia ad immagine e somiglianza di Dio, non di padroni umani. La fede in un Dio creatore e nell’uomo fatto a immagine di Dio, non è dunque una minaccia, ma piuttosto una garanzia per il creato, e la più forte di tutte. Dice che l’uomo non è Padrone assoluto delle altre creature; deve rendere conto di quello che ha ricevuto. La Parabola dei talenti ha qui la sua applicazione primordiale: la terra è il talento che tutti insieme abbiamo ricevuto e di cui dobbiamo rendere conto. Accanto alla grande affermazione che uomini e cose provengono da un unico principio, il racconto biblico mette in luce, questo sì, una gerarchia di importanza che è la gerarchia stessa della vita e che vediamo inscritta in tutta la natura. Il minerale serve al vegetale che di esso si nutre, il vegetale serve all’animale (è il bue che mangia l’erba non il contrario!), e tutti tre servono alla creatura razionale che è l’uomo. Questa gerarchia è per la vita, non contro di essa. Essa viene violata. per esempio, quando si fanno spese pazze per degli animali, mentre si lasciano morire di fame e di malattie milioni di bambini sotto i propri occhi. Qualcuno vorrebbe abolire del tutto la gerarchia tra gli esseri, posta dalla Bibbia e insiti nella natura.
Dalla Lectio magistralis “Salvaguardia dell’ambiente, salvaguardia della vita” di Bartolomeo, patriarca ecumenico di Costantinopoli
La crisi ecologica è “la crisi di una cultura che ha perso il senso della sacralità del mondo, poiché ha perso il suo rapporto con Dio” (loannis Zizioulas).
Salvaguardare pertanto l’ambiente significa salvaguardare la vita. Ci sono responsabilità e risposte che devono essere condivise in quanto «tutti siamo collettivamente responsabili del modo in cui la nostra avidità ha devastato la diversità e diminuito le risorse del nostro pianeta», (loannes Chrissavgis).
La crisi ecologica, essendo collegata ai cambiamenti climatici e al riscaldamento del pianeta rende imperativo il dovere della Chiesa di contribuire, attraverso i mezzi spirituali a sua disposizione, a proteggere la creazione di Dio dalle conseguenze dell’avidità umana. L’avidità per soddisfare i bisogni materiali porta a un impoverimento spirituale dell’essere umano e alla distruzione dell’ambiente. Non dobbiamo dimenticare che le risorse naturali della terra non sono proprietà dell’uomo, ma del Creatore.
Nell’enciclica finale del santo e grande concilio, la nostra Chiesa ha affermato “che la rottura nel rapporto tra l’uomo e la creazione è una perversione dell’uso autentico della creazione di Dio. L’approccio al problema ecologico, sulla base dei principi della tradizione cristiana, richiede non solo il ravvedimento per il peccato dello sfruttamento delle risorse naturali del pianeta, vale a dire un cambiamento radicale di mentalità e di comportamento, ma anche un ascetismo come antidoto al consumismo, alla divinizzazione dei bisogni e all’atteggiamento di possesso. Presuppone anche la nostra più grande responsabilità per tramandare alle generazioni future un ambiente vivibile e il suo uso conforme alla volontà divina e benedizione. Nei sacramenti della Chiesa, la creazione si afferma e l’uomo è incoraggiato ad agire come economo, custode e “sacerdote” della creazione, portando davanti al Creatore in modo glorificante “il Tuo dal Tuo, a Te offriamo in tutto e per tutto”, e coltivando un rapporto eucaristico con la creazione (Enciclica cap. IV,14). E questo manifesta oggi la salvaguardia dell’ambiente come salvaguardia della vita.
Preghiamo
“Padre Santo, tu solo sei buono e fonte della vita
e hai dato origine all’universo
per effondere il tuo amore su tutte le creature
e allietarle con gli splendori della tua luce.
Noi ti lodiamo, Padre Santo
per la tua grandezza:
Tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore.
A tua immagine hai formato l’uomo,
alle sue mani operose hai affidato l’universo
perché nell’obbedienza al suo Creatore
esercitasse il dominio su tutto il creato.” (Pr. Eu. IV)
Purtroppo, Padre Santo, siamo stati disobbedienti:
la creazione uscita bella dal tuo soffio vitale
l’abbiamo ri-creata deturpandola, sfigurandola,
sfruttandola e distruggendola.
E distruggendo lei,
stiamo distruggendo e deturpando anche noi
creati a tua immagine e somiglianza.
Abbi pietà di noi
per lo scempio compiuto dalle nostre mani operose.
Nella tua grande bontà e benevolenza,
ti chiediamo perdono
per il pianeta reso invivibile
per noi e per le generazioni future.
Pietà e misericordia
imploriamo da Te, Padre Santo
Creatore del cielo e delle terra.