Preghiera del Mese di Marzo
Introduzione
In comunione con la Chiesa Orientale ci lasciamo introdurre nella Settimana Santa dalla liturgia bizantina
Dalle palme e dai rami, quasi passando da una festa divina ad un’altra festa divina, corriamo alla venerabile solennità salvifica dei patimenti del Signore: contempliamolo mentre volontariamente si assoggetta per noi alla passione e dà la sua vita in riscatto di tutto l’universo.
Cantiamogli grati un inno melodioso:
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
Osanna nel più alto dei cieli.
O fonte di misericordia e porto di salvezza,
Signore, gloria a te.
Giunti alla salvifica passione del Cristo Dio glorifichiamo la sua ineffabile magnanimità affinché nella sua compassione faccia risorgere con lui anche noi, morti per il peccato: perché è buono e amico degli uomini.
Dalla veglia del mattino fino a notte,
dalla veglia del mattino speri Israele nel Signore.
Perché presso il Signore è la misericordia
e grande è presso di lui la redenzione,
ed egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità.
La sapienza di Dio (…) versa acqua in un catino: il Sovrano lava i piedi dei servi. Il Sovrano mostra ai discepoli un esempio di umiltà; colui che avvolge il cielo di nubi, si cinge di un asciugatoio e piega il ginocchio per lavare i piedi dei servi: lui che ha in sua mano il respiro dei viventi.
La sera, lava Dio i piedi dei discepoli,
lui il cui piede un tempo calcava l’Eden a sera.
Accostandoci tutti con timore alla mistica mensa riceviamo il pane con anime pure, restando vicino al Maestro:
Duplice è questa cena, perché è la pasqua della Legge
e insieme la nuova pasqua: il sangue e il corpo del Sovrano.
Insieme al Cristo andiamo misticamente al Monte degli Ulivi e là restiamo con lui insieme agli apostoli:
Nella preghiera terrori, stille di sangue,
o Cristo, sul tuo volto!
tu realmente preghi che sia allontanata da te la morte,
e con questo inganni il nemico.
Il discepolo ingrato, divenuto traditore, ti ha rinnegato, o Cristo, e veniva contro di te con tutta la coorte delle inique turbe.
A che servono mai spade e bastoni,
o ingannatori del popolo,
per colui che è pronto a morire a riscatto del mondo?
Sacerdoti e scribi, colpiti da malvagia invidia, hanno consegnato alle genti perché fosse ucciso, colui che è la vita, colui che per natura è datore di vita, colui che noi magnifichiamo:
Tu sei il nostro Dio
e non c’è giusto all’infuori di te,
o Signore.
Venite celebriamo tutti colui che per noi è stato crocifisso:
Tu sei il Dio vivente, benché morto sul legno,
o tu, morto, e Verbo del Dio vivente!
Ha aperto le porte chiuse dell’Eden il ladro
con la chiave del suo “ricordati di me”
per il tuo sconfinato e trascendente amore compassionevole verso di noi,
o Cristo Dio, abbi pietà di noi. Amen